A Sydney brilla la stella SK27
Per aspera ad astra, recita un proverbio latino, la cui origine deriva probabilmente dalla mitologia greca, dove l’ascesa sul monte Olimpo degli eroi implicava l’aver compiuto una serie di imprese maestose in quanto, per l’appunto, solo attraverso le asperità si giunge alle stelle. Il nome di Svetlana Kuznetsova è stato ufficialmente accolto nel firmamento il 27 giugno del 2015, giorno del suo trentesimo compleanno, quando un gruppo di fans ha deciso di contattare un osservatorio australiano per nominare una stella con un acronimo riconducibile alla fuoriclasse russa: SK27.
Certo, a livello metaforico nell’Olimpo Svetlana già vi risiedeva dall’11 settembre del 2004, quando appena diciannovenne si prese la briga di conquistare New York innescando una catena di ipotesi, tra chi la dipingeva come prossima numero uno a cui la considerava un bluff. Aspettative e giudizi sommari atti a rimarcare l’ambigua sospensione che da sempre l’ha vista oscillare tra la luce e le tenebre. Un’ambivalenza che le ha fatto assumere le sembianze di eroina romantica nelle cui corde grava il peso e la responsabilità di poter sbranare chiunque, compresa sé stessa, perché come disse un rassegnato Bud Collins: «Nessuno come Sveta sa strappare la sconfitta dalle fauci della vittoria».