Svetlana Kuznetsova, tra mistica e non luoghi
Il termine mistica o misticismo deriva dal greco antico μυστικός – mystikós – strettamente legato a μυστήριον – mystḕrion – ossia mistero. Parola inflazionata, ricca di sfumature: i greci volevano indicare i misteri propri dei culti iniziatici, i cristiani il percorso di un uomo disposto a rinunciare a sé stesso pur di conoscere la verità, mentre i russi attribuiscono alla mistica la capacità di congiungersi all’assoluto tramite doti ultraterrene di cui Dio ha, senza una logica, ha dotato alcuni esseri umani in quanto, «non ci si eleva, se Dio non ci eleva».
I non luoghi della Russia, quelle distese vaste, estreme, marcate da orizzonti senza fine, che inducono all’introspezione, alla ricerca di sé stessi al di là di sé stessi, sembrano riflettersi, plasmarsi, nella personalità enigmatica di Svetlana Kuznetsova. Cara agli dei del tennis Svetlana lo è sempre stata ma ogni cosa ha un prezzo e se i sacrifici consumati da adolescente in Spagna, lontana dalla madre terra, le hanno permesso di spiccare il volo verso l’US Open ad appena diciannove anni, la ricerca di assoluto in quel congegno complicato quanto prezioso conseguenza del connubio mente-cuore che fa della “Kuznetsova giocatrice” una creatura inscindibile dalla “Kuznetsova essere umano”, ha forse preso forma molti anni dopo, nelle cadute, nel rischio costante di rimanere un qualcosa di incastrato nel limbo oscuro in cui era scivolata per lì rimanere sospesa, ai margini di una prospettiva infinita.
Continue reading “Svetlana Kuznetsova, tra mistica e non luoghi”…